Va a gonfie vele la spesa mondiale per i servizi di infrastruttura cloud che, nel quarto trimestre dell’anno appena passato, ha superato i 50 miliardi di dollari. Segno di una tendenza che non smette di rallentare, segno anche che i tempi sono definitivamente maturi per sdoganare il cloud come una eccezione. Ci voleva la pandemia, in un certo senso, per mettere spalle al muro le aziende e accelerare questa tendenza che aveva iniziato la salita. La spesa totale è cresciuta del 34% a 53,5 miliardi di dollari, in aumento di 13,6 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Canalys ha diramato questi dati sugli investimenti.
Le applicazioni specifiche del settore hanno continuato a diversificare l’uso dei servizi di infrastruttura cloud, in particolare nel settore sanitario e nel settore pubblico. Ciò si è combinato con una maggiore migrazione dei carichi di lavoro e lo sviluppo di applicazioni cloud-native come parte dei progetti di trasformazione digitale, che hanno aumentato la domanda di servizi. Inoltre, i driver di consumo legati alla pandemia duraturi, come il lavoro e l’apprendimento a distanza, l’e-commerce, i giochi e lo streaming di contenuti, sono rimasti importanti contributori. Stanno emergendo nuovi casi d’uso immersivi, come il metaverso, che guiderà la domanda futura e la necessità di servizi più potenti, distribuiti, intelligenti e scalabili con una latenza inferiore. Complessivamente, nello scorso anno, la spesa totale per i servizi di infrastruttura cloud è aumentata del 35% a 191,7 miliardi di dollari, rispetto ai 142,0 miliardi di dollari del 2020. La riapertura delle economie dopo i lockdown e la crescente fiducia dei clienti nel corso dell’anno hanno aumentato gli impegni contrattuali pluriennali con i fornitori di servizi cloud. Mentre i fornitori di servizi cloud diversificano i loro portafogli per raggiungere nuove opportunità, molti si stanno preparando per il cloud computing necessario per alimentare l’ambiente di realtà virtuale o aumentata condiviso noto come metaverso. Questo sarà un driver significativo sia per la spesa per i servizi cloud sia per l’implementazione dell’infrastruttura nel prossimo decennio. In molti modi, il metaverso assomiglierà a Internet oggi, con funzionalità avanzate e un tasso di consumo di calcolo amplificato. “I servizi cloud sono ben posizionati per i singoli sviluppatori e le organizzazioni che desiderano entrare nel metaverso“, ha affermato Blake Murray, analista di Canalys Research.
” L’elaborazione sarà molto richiesta in ambienti di realtà virtuale e aumentata, mentre lo storage, l’apprendimento automatico, l’IoT e l’analisi dei dati saranno essenziali per supportare operazioni come il gemellaggio digitale, la modellazione e l’interattività nel metaverso. Il continuo investimento nel metaverso da parte degli sviluppatori si tradurrà in un’enorme opportunità per i fornitori di servizi cloud, in particolare gli hyperscaler. Costruire la fiducia con i clienti e i partner tecnologici chiave guiderà il posizionamento competitivo per lo sviluppo del metaverso, mentre l’infrastruttura globale, le implementazioni edge e la connettività 5G saranno necessarie per esperienze diffuse a bassa latenza.
Occhi puntati, dunque, sul cloud anche dopo le dichiarazioni rilasciate da Michele Zunino, presidente del Consorzio italiano cloud (CIC), in relazione al progetto del Polo Strategico Nazionale.
Il modello del Cloud Nazionale è l’unica soluzione responsabile e percorribile che possa assicurare una trasformazione digitale trasparente capace di guardare al futuro, nel pieno rispetto degli interessi strategici di medio e lungo termine del paese. Ecco perché il nostro Consorzio è una delle poche realtà in grado di mettere al servizio del Paese, ribadisco ‘al servizio del Paese’, le migliori competenze strategiche e tecnologiche con una visione a medio lungo termine”.
Zunino, che è anche Ceo di Netalia, società distribuita da Cips Informatica, aveva fatto notare quanto fosse più unico che raro il momento storico in cui ci troviamo e, cioè, costruire un’infrastruttura abilitante che resti operativa nel nostro paese e rappresenti un asset di rilancio, grazie proprio ai fondi del PNRR
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