Quali strategie saranno applicate nell’ambito della transizione digitale e del Cloud come strumento abilitante? È questa la domanda centrale che Michele Zunino, presidente del Consorzio Italia Cloud, rivolge a tutte le forze politiche in pina campagna elettorale in vista del post elezioni del 25 settembre prossimo. Un tema di attualità e scottante, specie per una figura come Zunino che, per queste cause, ci ha sempre messo la faccia. Basti ricordare la levata di scudi contro il ministro Colao che semplificava e minimizzava sui piccoli data center poco sicuri.
Oggi, ha preso carta e penna e ha inviato due pagine di lettera aperta sottolineando il grado di consapevolezza sui rischi associati alla perdita di sovranità sui nostri dati, e la capacità che avrà il prossimo Governo di saper prendere le migliori scelte in tema di innovazione e crescita delle imprese italiane impegnate nella fornitura di servizi Cloud in un mercato globale dominato da pochi operatori esteri non europei. E, proprio in questi termini, il cloud ha accresciuto sempre più di importanza, lo abbiamo potuto osservare negli scorsi mesi di acuta pandemia da Covid 19, sia perché grazie al cloud e alle infrastrutture adeguate tenute in sicurezza fuori dalle mura delle aziende.
Siamo sicuri che la strategia sul Cloud e sul digitale in generale sia una delle partite più importanti che affronteremo nei prossimi mesi. Per questo abbiamo deciso di aprire un dialogo con i principali partiti italiani. Attraverso tre quesiti diretti alle principali forze politiche, il Consorzio Italia Cloud chiede di evidenziare temi e soluzioni per far crescere aziende nazionali attive nella fornitura di servizi cloud, a salvaguardia dei dati della PA, delle imprese e dei cittadini italiani
l primo tema di riflessione è come invertire la tendenza alla concentrazione degli asset tecnologici come i data center e dei servizi di Cloud Computing in un mercato attualmente dominato da pochi soggetti globali che rispondono ad un perimetro normativo ed economico extra europeo. Questo meccanismo non ha impatti solo sul mercato interno ma sono ormai chiare le ricadute in termini di indipendenza e governance dei dati.
Ma anche l’occupazione e la perdita di competenze specifiche del settore sono due gravi conseguenze a cui è necessario porre rimedio. In questo senso, questa prima riflessione strizza l’occhio a quanto sostenne contro le dichiarazioni del ministro Colao.
In secondo luogo, il Consorzio Italia Cloud chiede quali scelte si vorranno intraprendere per aumentare il valore che ruota intorno ai temi del Cloud e della sicurezza, riportando tutte le esternalità positive generate da quei mercati, in un perimetro giuridico che sia a vantaggio dell’Italia in termini economici, di competenze e di competitività.
Infine, la recente crisi energetica pone al centro asset strategici come le telecomunicazioni ma anche i servizi e le infrastrutture di cloud computing: è evidente che all’interno del tessuto industriale e sociale del Paese, anche i fornitori di servizi cloud giocano una parte importante che riteniamo abbia bisogno di maggiori tutele a fronte di razionamenti che potrebbero immediatamente bloccare l’accesso a dati personali e non personali, archiviati sulla nuvola. Si pensi solo alle ricadute di una sospensione di accesso ai dati del sistema sanitario.
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